Polisaccaridi di Grifola Frondosa: un duplice meccanismo anti-tumorale attraverso l’attivazione immunitaria e l’apoptosi delle cellule tumorali
Gli studi hanno dimostrato che lo sviluppo del tumore è strettamente legato all’attività delle cellule immunitarie, alla salute del microbiota intestinale, allo stress ossidativo, alle risposte infiammatorie e ad altri fattori. Rispetto ai prodotti chimici di sintesi, i principi attivi naturali hanno dimostrato proprietà antitumorali più sicure ed efficaci. Tra questi, è stato dimostrato che i polisaccaridi della Grifola frondosa esibiscono un'eccellente attività antitumorale, principalmente attraverso due meccanismi principali.
Primo meccanismo: attivazione del sistema immunitario dell'ospite per migliorare l'immunità e inibire indirettamente la crescita del tumore
È stato dimostrato che la somministrazione orale di D-Fraction, un componente della Grifola frondosa, inibisce la crescita del tumore principalmente stimolando l'attività delle cellule natural killer (NK). Inoltre, il polisaccaride GFP-A della Grifola frondosa ha dimostrato effetti immunomodulatori. Promuove la proliferazione dei linfociti splenici nei topi portatori di tumore, migliora la citotossicità delle cellule NK e aumenta l'attività cellulare delle cellule T CD4⁺ e CD8⁺.
Gli studi che studiano la digestione e l'assorbimento di GFP-A in condizioni gastriche umane indicano che protegge gli organi immunitari, potenzia la funzione immunitaria, stimola la secrezione di citochine come TNF-α, IL-2 e IFN-γ, induce risposte immunitarie e arresta le cellule tumorali nella fase G1 del ciclo cellulare, inibendo così la crescita delle cellule tumorali S180.
Secondo meccanismo: azione diretta sulle cellule tumorali per indurre l'apoptosi
Questo processo coinvolge varie proteine chiave e vie di segnalazione, inclusi membri della famiglia delle caspasi, la famiglia dei geni del linfoma a cellule B-2 (Bcl-2) e la proteina pro-apoptotica Bcl-2-proteina X associata (Bax). Bax, un omologo di Bcl-2, promuove l'apoptosi quando sovraespresso. Inoltre, la via di segnalazione della proteina chinasi B/glicogeno sintasi chinasi 3β (AKT/GSK-3β) svolge un ruolo cruciale nella regolazione dell'apoptosi.
Studi in vitro hanno verificato che il polisaccaride acido-solubile (GFAP) della Grifola frondosa inibisce efficacemente la proliferazione delle linee cellulari di cancro al fegato umano (H22 e HepG2). Il meccanismo prevede l’arresto del ciclo cellulare nelle fasi G1 e S, l’aumento della permeabilità della membrana mitocondriale e la sovraregolazione dell’espressione di Bax/Bcl-2, del citocromo c e della caspasi-3/-9, inducendo così l’apoptosi nelle cellule di cancro al fegato.
Esperimenti in vivo hanno inoltre confermato che il polisaccaride GFP di Grifola frondosa induce l'apoptosi nelle cellule di cancro al seno umano inibendo la fosforilazione delle proteine della via AKT/GSK-3β e promuovendo l'espressione di Bax, della caspasi-3 scissa e della caspasi-8.
Inoltre, il polisaccaride PGF della Grifola frondosa ha mostrato effetti inibitori significativi sulla proliferazione della linea cellulare del cancro al seno umano MCF-7. I livelli di espressione delle proteine che regolano l'apoptosi (Bax, Bcl-2, Caspase-3) erano significativamente più alti nel gruppo trattato con PGF-rispetto ai controlli, indicando che i polisaccaridi di Grifola frondosa inducono l'apoptosi delle cellule tumorali attivando le vie proteiche correlate all'apoptosi.
In sintesi, numerosi studi hanno confermato la potente attività antitumorale dei polisaccaridi della Grifola frondosa, suggerendo il loro ruolo promettente nelle future terapie antitumorali basate su composti naturali.
Funzioni aggiuntive
I polisaccaridi della Grifola frondosa presentano anche effetti antivirali, anti-radiazioni, ipotensivi e antibatterici. I polisaccaridi extracellulari derivanti dalla fermentazione della Grifola frondosa dimostrano una forte attività inibitoria contro il virus della malattia di Newcastle. Inoltre, è stato dimostrato che gli estratti di Grifola frondosa riducono la formazione di biofilm da parte dello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), esercitando così effetti antibatterici.
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